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Lavoratori domestici dichiarazione dei redditi 2015

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Lavoratori domestici: dichiarazione dei redditi 2015. La dichiarazione dei redditi 2015 è un obbligo fiscale a cui deve adempiere ogni lavoratore, sia italiano che straniero, che presta servizio come colf, badante o baby sitter. Queste categorie, infatti, percependo una retribuzione al netto dei contributi Inps versati ogni 3 mesi dal datore di lavoro, non sono assolutamente esenti dall’obbligo di pagare tasse e imposte allo Stato al fine di usufruire di tutti i servizi pubblici. Detto ciò, ogni lavoratore dipendente o autonomo ha quindi l’obbligo di presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi se lavora in Italia e se il suo reddito annuo supera gli 8.000 euro. In ogni caso la presentazione della denuncia dei redditi consente al lavoratore in questione di ottenere detrazioni e deduzioni di imposta Irpef per le spese effettuate, per sè e per eventuali familiari fiscalmente a carico, durante l’anno precedente. I lavoratori domestici, essendo lavoratori senza sostituto d’imposta, devono presentare la dichiarazione dei redditi tramite modello Unico o 730/2015, pertanto, il lavoratore in prossimità della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi deve richiedere al proprio datore di lavoro la dichiarazione modello Cud 2015. Il modello Cud per i lavoratori domestici è quindi una dichiarazione sostitutiva dei compensi che il datore di lavoro deve rilasciare al dipendente entro 30 giorni prima della scadenza della dichiarazione dei redditi o al momento della cessazione del rapporto di lavoro. In mancanza del Cud, i lavoratori domestici possono dimostrare il reddito percepito mediante la copia dei bollettini Inps regolarmente pagati dal proprio datore di lavoro. E’ bene ricordare che per i propri collaboratori domestici (colf o baby-sitter) il datore di lavoro può dedurre dal proprio reddito, per un importo massimo di 1.549, 37 euro l’anno, i contributi previdenziali Inps versati. A tal fine è necessario conservare le ricevute dei bollettini Inps. Nel caso delle badanti, invece, il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese, per un importo massimo di 2.100 euro l’anno, sostenute per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti. La detrazione spetta al soggetto non autosufficiente o ai familiari che sostengono la spesa, ma va ricordato che il reddito lordo complessivo annuo non deve superare i 40.000 euro. Inoltre, a mezzo 730/2015 i lavoratori dipendenti possono conguagliare il bonus Irpef di 80 euro che hanno percepito ogni mese in busta paga, richiedendo la differenza non percepita o, in caso di erogazione non spettante, restituendo al somma eccedente. I lavoratori domestici però, ad oggi, non hanno ancora ricevuto nulla di quanto gli spetta in relazione al bonus Irpef previsto dall’attuale governo. Il motivo di questa disparità risiede nel fatto che tale categoria di lavoratori, in quanto dipendenti di privati cittadini, non hanno un datore di lavoro facente da sostituto d’imposta e che quindi possa mensilmente erogare gli 80 euro in busta paga. L’unico modo per recuperare la somma è la presentazione della dichiarazione dei redditi modello 730/2015 o Modello unico 2015. La soluzione migliore rimane però è il modello 730/2015, poiché, da un po’ di anni, l’agenzia delle Entrate dà la possibilità di presentare questo tipo di modello anche a coloro che non hanno un sostituto di imposta, mediante la compilazione di un apposito “modello 730 senza sostituto” che va inviato direttamente all’amministrazione finanziaria preposta all’erogazione del rimborso spettante, a differenza della presentazione tramite Modello Unico, per cui sarà l’Agenzia delle Entrate ad erogare il rimborso, in tempi però decisamente più lunghi

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